Piccoli accorgimenti per garantire un inverno sereno ed un’estate in forma!
La temperatura comincia a scendere e le tartarughe, che in questi mesi ci hanno tenuto compagnia nei nostri giardini ed ortali, godendo delle temperature estive e dei raggi solari diretti, si preparano al letargo. E’ un momento importante per la loro sopravvivenza: le loro attività verranno lentamente limitate dal freddo che aumenta, fino a che rimarranno nascoste in un rifugio, protette sia dai predatori che dalle intemperie, aspettando il ritorno della primavera.
Pur vivendo così vicine all’uomo non sono animali domestici ed il loro istinto ancestrale le porta ad avere comportamenti assolutamente naturali, che si ripetono così da sempre e che gli consentono di sopravvivere al meglio: non cediamo alla tentazione di aiutarle portandole dentro casa (anche quelle appena nate!) perché invece le danneggeremmo, alterando il loro ciclo vitale; piuttosto consentiamogli, come possiamo, di rimanere nell’ambiente e alle temperature di cui hanno bisogno per favorire un buon letargo.
Per tutta la primavera, riscaldate da un sole tiepido, hanno mangiato le fresche e verdi erbe selvatiche e durante l’estate, riparandosi dal sole nelle ore più calde della giornata, le piante e gli arbusti ormai secchi insieme ad escrementi di altri animali selvatici, invertebrati e tutto ciò che trovano di commestibile per loro nei luoghi incolti, accumulando così energia sufficiente a superare l’inverno.
Ora, con la fine dell’autunno, tutto torna ad essere verde, ma la temperatura è troppo bassa per poter mangiare, così le tartarughe si fermano a godere del tiepido sole durante il giorno, assaggiando qualche erbetta, per poi tornare a ripararsi nel loro rifugio.
Quando la temperatura scenderà sotto i 10° le tartarughe finalmente dormiranno, senza più spostarsi e senza consumare energia. Questo gli consentirà di superare perfettamente i mesi più freddi. La temperatura tra i 10° e i 20°, come quella che c’è nelle nostre case, invece le terrebbe sveglie, ma non sarebbe sufficientemente alta da consentire un efficiente metabolismo: questo le porterebbe ad un esaurimento graduale ma pericolosissimo della loro energia. Cosa fare allora per aiutarle a trascorrere un buon letargo?
- Facciamo sempre attenzione che le nostre tartarughe godano di ottima salute prima del letargo, in modo che lo affrontino al pieno delle loro forze: se malate il letargo, ed ancora di più il semi-letargo, amplificherebbe pericolosamente i loro problemi. E’ il momento giusto per una visita presso un veterinario esperto ed eventualmente per gli ultimi accorgimenti terapeutici.
- Consentiamo alle nostre tartarughe di trovare un rifugio adeguato, protetto dal vento, dalla pioggia e dagli altri animali, in un posto freddo! Se saranno libere di muoversi in giardino lo sceglieranno da sole. Se non abbiamo un giardino, possiamo attrezzare una cassetta di legno, con un po’ di terra ed un vaso rotto capovolto e posizionare il tutto in un punto protetto dal vento, magari esposto a nord.
- Anche le ultime nate sapranno affrontare il letargo: lasciamo che la natura compia il suo corso. Magari possiamo recintare il posto in cui si sono interrate per poterle andare a controllare ogni tanto, sempre senza disturbarle.
Per quelle che invece passeranno l’inverno in casa, facciamo che questi mesi almeno non siano dannosi alla loro salute: ricordiamoci sempre che, per stare bene hanno bisogno di una temperatura tra i 24° e i 30°, una lampada a raggi UVB al 5%, che mima i raggi del sole, accesa per 8 ore al dì, ad una distanza di 20 cm dall’animale, e della buona verdura a foglia scura o erbe di campo da mangiare.
Dott.ssa Sandra Rapino
Med. Vet. Consulente in animali esotici e non convenzionali
Delegato Regionale SIVAE
Ambulatorio “San Pio” – Via Cerrate Casale 50, Lecce
Tel. 0832-090043 Cell. 320-4561516
E-mail: sandra.rapino@yahoo.com
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